Era meglio nascere topi

Se ti dovessi dire che ho paura della morte,
prima ti direi che ho paura di morire soffocata.

con: Debora Benincasa, Marco Gottardello
Regia: Amedeo Anfuso
Drammaturgia: Debora Benincasa
Habitat: Plasma / Torino
Costumi: Simona Randazzo
Disegno luci: Andrea Gagliotta
Suoni: Massimiliano Semenzato
Progetto grafico: Nachos Design
Produzione: Anomalia Teatro

  • Vincitore del Premio miglior  spettacolo al CrashTest Festival
  • Vincitore del Premio patologico come miglior spettacolo
  • Spettacolo selezionato per la rassegna “Il cielo su Torino” / Teatro Stabile Torino
In una piccola cittadina di periferia viene istituito un campo nomadi. La reazione di protesta della popolazione è immediata: un presidio permanente di fronte al campo per
convincere le autorità a spostare i rom da qualche altra parte, qualunque purché lontana.
Lo spettacolo si concentrerà sulla giornata del 31 dicembre, in cui i presidianti si prepareranno alla “Grande Festa di Capodanno”. Tutti sono stretti contro il nemico, rappresentato da ciò che sta al di là della rete, quelle ombre che abitano il campo.
Questo lavoro propone una riflessione sul nuovo razzismo che non usa più discriminazioni esplicitamente biologiche ma si annida nelle proposte identitarie e nazionaliste con la stessa violenza di quando parlava di razze inferiori.
Nessuno ha colpa, ma l’odio continua a circolare e a respirare tranquillamente. Nessuno ha colpa, ma quando l’aria è carica di odio è molto più facile trovare un fucile e sapere esattamente contro chi sparare.
Il popolo rom ha una storia di continua emarginazione, in Italia è la minoranza più odiata, fortemente e violentemente.
Non ci proponiamo di spiegare un popolo immenso ed estremamente diversificato come quello rom, ma speriamo di lasciare alcune immagini e punti di vista che stimolino lo sguardo al di là dello stereotipo a cui siamo abituati.
Contro le categorizzazioni precise mostriamo una serie di voci che interrompono la logica del discorso, che si fanno spazio per raccontare un’alterità possibile in un mondo che tenta di cacciarla o almeno di nasconderla dentro un armadio o sotto i ponti.

SPETTACOLO TEATRALE
Durata 65’

Con il sostegno di:
Progetto AION attività di spettacolo dal vivo nelle periferie

Dicono dello spettacolo:

Un meccanismo preciso e serrato di tempi, battute, agghiaccianti partiture e momenti corali potenti, un insieme sempre variegato e meraviglioso di idee e soluzioni innovative.

Teatrionline

Tenendosi a distanza dalla retorica spicciola e dalla polemica scontata, il testo ha il pregio di disseminare qua e là immagini e punti di vista che aiutano lo spettatore a superare gli abituali preconcetti

Krapp’s Last Post (KLP)

Le emozioni sono in continua mutazione durante tutto lo spettacolo, passando da ritmi concitati ed ansiosi a momenti più lenti e riflessivi, dal sorridere per gli assurdi contrasti delle parole al riflettere per la spietata realtà dei fatti

Il Foyer

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